HISTOIRE DU SOLDAT / Teatro Alighieri di Ravenna 2021

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Histoire du soldat
da dire, suonare, danzare

musica Igor Stravinsky
testo Charles-Ferdinand Ramuz
versione italiana Giusi Checcaglini e Luca Micheletti

Intermezzo:
Tre pezzi per clarinetto solo (1919) di Igor Stravinsky

regia e ideazione scenica Luca Micheletti
maestro concertatore e direttore Angelo Bolciaghi

Il diavolo Luca Micheletti
Il soldato Massimo Scola
Il narratore Valter Schiavone
La principessa Lidia Carew
Il diavolo (scene danzate) Andrea Bou Othmane

violino Daniele Richiedei
clarinetto Giuseppe Bonandrini
fagotto Anna Maria Barbaglia
cornetta Marco Bellini
trombone Devid Ceste
contrabbasso Gianpiero Fanchini
percussioni Francesco Bodini

light designer Fabrizio Ballini
sculture Luigi Casermieri e Liliana Confortini
assistente alla regia Francesco Martucci
assistente ai movimenti scenici Silvia Illari

nuovo allestimento
coproduzione Compagnia teatrale I Guitti, CamerOperEnsemble, Fondazione Ravenna Manifestazioni

 

SGUARDI CRITICI

“Questo allestimento di forza ne ha molta e risiede tutta nella linearità, nella compattezza della drammaturgia e nella lettura evocativa di Luca Micheletti, che di questa produzione firma regia e ideazione scenica. Micheletti, da quel raffinato e intelligente uomo di teatro che è, accoglie senza modificare nulla ma concentrandosi sullo sviluppo del materiale di base… Tutto suggestiona efficacemente lo spettatore in questa continua ambiguità tra rappresentazione e simbolo… L’impronta di Micheletti è però ben più profonda e significativa: oltre ad aver interpretato il diavolo nelle parti recitate, ha anche curato l’adattamento italiano del libretto, assieme a Giusi Checcaglini; una versione di fattura pregevolissima, specialmente per una concatenazione delle rime tanto felice che i dialoghi risultano fluidi, naturali e per niente artificiosi… A dominare la scena è, naturalmente, Luca Micheletti quale mefistofelico padrone di casa: sornione, istrionico, di una precisione incredibile nel dare il giusto peso a ogni singola parola, Micheletti cattura l’attenzione dello spettatore non appena mette piede sulla tavole dell’Alighieri…
Un’esecuzione assolutamente notevole per pulizia e coesione con il piano drammaturgico unita a una lettura tanto evocativa rendono questa produzione di grande interesse sotto ogni punto di vista, primo fra tutti la possibiltà di evocare con pochi – selezionatissimi – elementi la tanto vagheggiata opera d’arte totale… ma in formato tascabile.”

Luca Fialdini, “L’Ape musicale”, 25 gennaio 2021

“… E qui Luca Micheletti è un vero mattatore, carismatico protagonista, geniale nella regia efficacissima per la fantasiosa interpretazione… Diavolo di un Micheletti veramente diabolico nell’interpretazione con voce perfettamente calibrata e dizione nitida, trasformista d’eccezione nell’immagine, mefistofelico nell’eleganza distaccata, istrionico nella teatralità fino alla trappola finale in cui fa cadere il povero soldato…”

Claudia Mambelli, “L’Opera”, febbraio 2021

“Il Diavolo, assoluto protagonista. Luca Micheletti si palesa non solo sagace regista e scenografo/costumista, ma anche vigoroso attore, costruendosi su misura un personaggio a tutto tondo: beffardo, sardonico, ammiccante, maliziosamente affascinante… Una esecuzione musicale smagliante”

Fabio Larovere, “Corriere della Sera”, 11 febbraio 2021

“Stravinskij e lo scrittore Ramuz inventarono una nuova forma di spettacolo, popolare e itinerante e al tempo stesso raffinata e misurata in ogni dettaglio… La versione di Micheletti restituisce appieno questa feconda contraddizione: l’allestimento è curato, le scelte registiche precise, gli interpreti attenti, ma viene conservata la dimensione estemporanea, la freschezza di un’apparente improvvisazione, la ruvidezza di un teatro popolare che nasconde ambizioni più alte.”

Gilberto Mion, “Teatro.it”, 26 gennaio 2021

“Una produzione di ottimo livello. Oltre che curare l’allestimento, Luca Micheletti interpreta un diavolo di sottigliezza che potremmo dire operistica, uno Jago e uno Scarpia che si fanno attori di prosa ma con riconoscibilissima carica melodrammatica.”

Domenico Ciccone, “Operaclick”, gennaio 2021