OTELLO / Ravenna Festival 2018

  • Otello1
  • Otello2
  • Otello3
  • Otello4
  • Otello5
  • Otello6
  • Otello7
  • Otello8
  • Otello9
  • Otello10
  • Otello11
  • Otello12
  • Otello13
  • Otello14
  • Otello15
  • Otello16
  • Otello17
  • Otello18
  • Otello19
  • Otello20
  • Otello21
  • Otello22
  • Otello23
  • Otello24
  • Otello25
  • Otello26
  • Otello27
  • Otello28
  • Otello29
  • Otello30
  • Otello31
  • Otello32
  • Otello33
  • Otello34
  • Otello35
  • Otello36
  • Otello37
  • Otello38
  • Otello39
  • Otello40
  • Otello41
  • Otello42
  • Otello43
  • Otello44
  • Otello45
  • Otello46
  • Otello47
  • Otello48
  • Otello49
  • Otello50
  • Otello51
  • Otello52
  • Otello53
  • Otello54
  • Otello55
  • Otello56
  • Otello57
  • Otello58
  • Otello59
  • Otello60
  • Otello61
  • Otello62
  • Otello63
  • Otello64
  • Otello65
  • Otello66
  • Otello67
  • Otello68

dramma lirico in quattro atti
libretto di Arrigo Boito dalla tragedia di William Shakespeare

musica di Giuseppe Verdi

Otello | Mikheil Sheshaberidze
Jago | Luca Micheletti
Cassio | Giuseppe Tommaso
Roderigo | Giacomo Leone
Lodovico | Ion Stancu
Montano | Paolo Gatti
Un araldo | Andrea Pistolesi
Desdemona | Elisa Balbo
Emilia | Antonella Carpenito

direttore Nicola Paszkowski
regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti
light design Vincent Longuemare
costumi Alessandro Lai

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
maestro del coro Martino Faggiani
altro maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina

Coro di Voci Bianche Ludus Vocalis
maestro del coro Elisabetta Agostini

“DanzActori” Trilogia d’autunno
direttore di scena Luigi Barilone

maestri di sala Alessandro Benigni, Davide Cavalli

coproduzione Ravenna Festival, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro del Giglio di Lucca

 

SGUARDI CRITICI

“Addirittura stupefacente la prestazione di Luca Micheletti, baritono nativo di Brescia poco più che trentenne e poco più che debuttante, il quale vanta un curriculum di tutto rispetto da attore di prosa (con addirittura un Premio Ubu nel 2011) e che, quasi spuntato dal nulla e alle prese con un ruolo di questa portata, dà vita a uno Jago che credo non sfigurerebbe in nessuna produzione di nessun teatro del mondo, per quanto blasonato. Va da sé che, visti i trascorsi, si muova con disinvoltura sulla scena. Prevedibile, ma meno scontato che la dizione sia nitida e precisa. Ma, a parte ciò, non si sa se ammirare più la freschezza e la sicurezza dei mezzi esibita in ogni passaggio o la finezza di accenti con cui delinea un autentico, temibile vilain senza mai cadere in vezzi o eccessi. Impossibile non prevedere per lui una carriera di rilievo nel mondo dell’opera se continuerà, come si spera, a cantare.”

Fabrizio Moschini, «Operaclick.com», 26 gennaio 2019

“Su tutti spicca Luca Micheletti, diabolico Jago ricco di spunto interpretativo, dotato di un timbro pieno con uno spessore che scandaglia l’animo umano nelle pieghe più recondite, e con la duttilità di un fraseggio che nel Credo raggiunge uno dei momenti più alti.”

 Claudia Mambelli, «L’opera», dicembre 2018

“A Ravenna, il tardo capolavoro di Verdi merita di essere ribattezzato “Jago”. Un cattivo di levatura mondiale si prende cura in modo intrigante dell’amara tragedia dell’omicidio e del suicidio. Luca Micheletti è lo Jago di Ravenna. Il giovane e attraente cantante è il vero fulcro della performance e dà conto una volta di più del perché il compositore avesse pensato di chiamare l’opera “Jago” in una variazione dall’originale di Shakespeare. A differenza di altri importanti predecessori baritoni, questo cantante italiano non usa alcuna frase per dare del cattivo una caratterizzazione eccessiva, da libro illustrato. Nel racconto del sogno di Cassio si nega persino la caricatura tenorile del presunto amante di Desdemona. Perché la sua penetrazione del testo vive interamente della sua naturalezza. Qui, un giovane e ambizioso alfiere fascinoso sbaraglia i suoi concorrenti, con charme e intelligenza – e con conseguenze mortali. È raro che un debutto in un ruolo d’opera sia così grandioso. La fabbrica di talenti di Cristina Muti si dimostra ancora una volta il trampolino di lancio per la scena. Sentiremo ancora parlare di questo grande, davvero completo talento vocale e teatrale”

Peter Krause, «Concerti.de», 4 dicembre 2018

“Jago, deus ex machina che trama nell’ombra, è il baritono Luca Micheletti, mobile in scena come uno spiritello maligno (ha fatto teatro di prosa con Ronconi prima di scegliere il canto) e superbo nell’esplorare gli abissi della cattiveria umana nel “Credo”.”

Attilia Tartagni, «Gliamicidellamusica.net», 26 novembre 2018

“In palcoscenico ha primeggiato il baritono Luca Micheletti. Il suo è uno Jago estroverso, brillante, logico e spietato che sembra uscire dal quaderno della disposizione scenica verdiana. La lunga esperienza di attore gli consente poi una recitazione disinvolta e plastica.”

Fulvio Venturi, «Toscana Eventi&News», 19 gennaio 2019

“In quanto allo Jago di Luca Micheletti, poche volte mi ricordo di aver incontrato un fraseggio più decantato e espressivo e una voce giovanilmente fresca e fluida.”

Agustìn Blanco Bazàn, «Mundoclasico.com», 11 dicembre 2018

“Jago è un personaggio mefistofelico, che suscita in Otello un’attrattiva ipnotica; in fondo, è lui il vero protagonista del dramma shakespeariano. Luca Micheletti lo avvicina di slancio e con veemenza, sostenuto da una generosa colonna di fiato. Padroneggia agevolmente le zone centrali e acute – spigliato il Brindisi, perentorio il Credo – e viene a capo senza problemi della temibile tessitura.”

Gilberto Mion, «Teatro.it», 4 dicembre 2018

“Eccellente Micheletti nei panni di Jago. Lo Jago di Luca Micheletti è stato l’indiscusso protagonista della rappresentazione. In eccellente forma il giovane baritono scolpisce con forza michelangiolesca una delle più belle interpretazioni che il teatro Alighieri abbia visto in tempi recenti. Convince, e molto, tecnicamente grazie a una pronuncia perfettamente cesellata e a un fraseggio non inferiore all’intonazione.”

Enrico Gramigna, «Ravenna e dintorni», 17 dicembre 2018

“Di sopraffina eleganza e bravura è stato il baritono Luca Micheletti nel ruolo di Jago; la sua origine di attore di teatro è stata sicuramente un ottimo viatico per poter affrontare un ruolo così impegnativo e complesso; ogni movenza, ogni piega del viso aveva qualcosa da dire e diventava l’elemento didascalico della parola cantata; sordido, scurrile, malvagio e fetido… ecco come è emerso il personaggio nella sua interezza aiutato da un’emissione morbida, ma al tempo stesso perentoria e sicura con ottima presa in acuto e ampia mole nei centri.”

Simone Tomei, «Gli Amici della Musica», 24 gennaio 2019

“Un mattatore, lo Jago di Luca Micheletti, vero e proprio protagonista della recita e già elemento di spicco nel panorama teatrale nazionale… Eterodosso ed eclettico, almeno quanto lo sono spesso i veri talenti. È baritono dal timbro nobile, dalla voce facile alle modulazioni, a restituire colori ed espressioni. Fraseggia con consapevolezza e nitore. È uno Jago convincente, cela, mostrando, l’ambiguità del personaggio, ne lascia avvertire il mellifluo e non ne mostra mai un aspetto netto. Raccoglie i maggiori e più chiari consensi.”

Davide Toschi, «Rivistamusica.com», 20 gennaio 2019

“Chi davvero spicca, in scena come sulla locandina, è Luca Micheletti… Fu la rivelazione di La resistibile ascesa di Arturo Ui che gli valse l’UBU come migliore attore non protagonista; lo ritroviamo adesso come baritono, ed è un altro successo. Perfettamente a proprio agio nei panni del perfido Jago, Micheletti impressiona non solo per la voce ben centrata e squillante, ma soprattutto per le doti attoriali: ogni parola è cantata con chiarezza e pregnanza, mentre la consapevolezza scenica ne conferma la statura teatrale.”

Andrea Balestri, «Lo Sguardo di Arlecchino», 13 marzo 2019

“Grazie alla sua presenza scenica e al suo timbro vocale, tra i cantanti colui che ha risaltato maggiormente è stato Luca Micheletti (proveniente dal teatro di prosa) nel ruolo di Jago che poi in realtà è il protagonista su cui si regge tutto il dramma.”

Gabriele Isetto, «Involosulteatro.it», 25 gennaio 2019

“Jago – che qui ha le fattezze di Luca Micheletti – lo si capisce subito che sarà uno dei punti forti della rappresentazione: il suo blasfemo Credo è da far tremare i polsi e la sua voce, di insolita cupezza per essere un baritono, lo rende virtualmente perfetto per interpretare l’archetipo dell’ingannatore.”

Luca Fialdini, «Tuttomondo», 21 gennaio 2019

Stampa